Ode laica al mio Protettore

Guido di Pietro Trosini 
da Moriano, a Rupecanina,
uomo di zolle, ancorato alla terra,
sei diventato Angelico 
e ti hanno reso Beato
perché risplende di luce divina 
la tua opera umana.
Conosce il dolore il tuo canto gioioso,
non giri lo sguardo, 
contempli la croce…
e da chissà dove si insinua la luce!

Cercavo la grazia e la leggerezza
mirando i tuoi angeli alati;
i colori splendenti scaldavano il cuore.
Nei momenti più bui 
San Marco era un faro:
entravo a cercare la luce, la pace, 
scintille di gioia.
Ora so che per me 
maestro di vita tu sei.
Mi insegni a cercare bellezza e armonia,
a guardare più attenta,
a vedere la luce.
Mi inviti a un impegno costante,
sereno e profondo
per creare aperture.

Volevano darti il potere:
eri saggio e sapevi guidare,
ma potenza più vera scegliesti:
mostrare il qui e l’oltre,
dipingere corpi reali, 
vestiti di carne e di stoffe,
e indicare un altrove.
Sapevi nutrire speranza e utopia,
incarnare il sublime,
dischiudere porte
ed aprire orizzonti.

Voglio ali dorate,
per volare su in alto,
amare gioiosa la vita, 
comunque lei sia,
vedere serena armonia
nelle cose terrene,
scoprire bellezze nascoste,
ispirare la pace,
nutrire fiducia e speranza
in un mondo migliore.
Per questo, sei il mio Protettore!
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Grazie, Messer Filippo!

cupola notturna

Alzo gli occhi dalla tastiera e dalla finestra intravedo la cupola rosa, prodigio di grazia e possanza. La consuetudine me l’ha resa familiare, eppure mi sorprende ogni volta.Cattura il mio sguardo e per un attimo sospendo il respiro ogni volta che mi affaccio in terrazza.

L’ho vista sotto ogni luce e sotto ogni cielo: immobile eppur diversa, straordinaria lezione di bellezza quotidiana e fuori dal tempo che questa città mi dona ogni giorno.

Scendo le scale, esco per strada e mi aggrediscono i rumori, le bici parcheggiate sullo stretto marciapiede, lordato dalle cacche dei cani e dal vomito notturno degli ubriachi. Un altro mondo.

Eppure ho imparato la lezione: so che se resto vigile la meraviglia mi potrà sorprendere ancora, quando meno me lo aspetto. Il profumo segreto di un nespolo in fiore in un giardino nascosto. Un “buon giorno” con il sorriso negli occhi da un’ortolana al mercato. Un arcobaleno iridato in una pozzanghera. Un volo di uccelli acquatici a pelo dell’Arno e le canoe che scorrono lente.

Una volta che avrete imparato a volare, camminerete sulla terra guardando il cielo perché è là che siete stati ed è là che vorrete tornare” – Leonardo da Vinci.