Ri-generare e ri-generarsi attraverso l’apertura e il dono di sè: è questo che mi affascina nel mistero del seme, che mentre mette radici nel buio sotterraneo, spinge il germoglio a crescere verso la luce. Più volte ho sostato piena di meraviglia ad osservare come una ghianda o una noce si spezzi per far posto al cammino tentacolare nelle due direzioni e ho intravisto l’albero possente che poteva svilupparsi da quel piccolo miracolo che vedevo davanti a me.
Sono nella stagione in cui il desiderio di farsi seme acquista un nuovo sapore: quello della consapevole eredità e della durata. Mi chiedo cosa ancora posso spargere al vento o raccogliere perchè altri ne facciano buon uso:
- Il seme della memoria, perchè generi speranza; metta a confronto generazioni diverse, in un cammino dove si incontrano i custodi del passato e i testimoni del presente, impegnati ad aprire nuove prospettive di futuro.
- Il seme dell’appartenenza, perchè faccia crescere cittadinanza e partecipazione; sviluppi il senso civico, sia di lievito a progetti di sviluppo locale rispettosi dell’ambiente e della sua cultura, miri al ben-essere sociale.
- I semi del desiderio, della curiosità, del gioco, perchè mobilitino l’energia necessaria per affrontare il cambiamento, per esplorare nuove dimensioni, per aprire inedite prospettive ed esprimere la propria creatività.
- Il seme della consapevolezza, perchè faccia crescere la stima di sé, faccia contattare le sorgenti del proprio potere personale, produca frutti di accettazione e gratitudine: verso sé stessi, verso gli altri.
- Il seme della responsabilità, perchè spinga a mettere la faccia in quello che si fa, a riconoscere i limiti senza tirarsi indietro di fronte alle situazioni difficili, ad assumere i rischi e ad imparare dagli errori, con la sicurezza e la fiducia di chi si impegna al meglio a trovare le risposte ai problemi, sa chiedere aiuto quando occorre e antepone l’interesse generale a calcoli meschini.
- Il seme dell’entusiasmo, perchè trovi nella passione per i valori e gli ideali la forza di sprigionare l’energia vitale che spinge ad uscire dalle angustie della mediocrità e dall’appiattimento conformista.
- Il seme della comunicazione, perchè nutra le relazioni tra persone, favorisca l’ascolto, il dialogo e il confronto con l’altro, consenta di governare i conflitti come fonte di arricchimento reciproco.
- I semi dell‘accoglienza e della solidarietà, perchè l’incontro con l’altro sia fonte di scoperta e arricchimento personale, perchè dalla reciproca contaminazione possano scaturire forme migliori di convivenza civile.
- I semi della bellezza e della meraviglia, perchè l’incontro con il bello diventi un’avventura quotidiana, capace di aprire squarci di luce improvvisi nelle situazioni più grigie e spente e perchè coltivare insieme questi semi può alimentare la cittadinanza.
- Il seme della gioia di vivere, perchè possa attecchire ovunque e far nascere i fiori più preziosi, che danno il loro profumo anche nei passaggi più stretti, nei processi di distacco, nell‘invecchiamento.
A questi ed altri semi sono impegnata a dare forma con parole,immagini, riflessioni, progetti, azioni che ancora amo spargere al vento, ma sempre più anche estrarre dal loro guscio, raccogliere, conservare e, perchè no?…farne collane!